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5. La collina di Barbescio

Barbescio è un punto panoramico facilmente accessibile e basso (461 m s/m) che ci regala un’appagante vista verso sud. Quando voglio evadere dalla frenesia quotidiana e raccogliermi nei miei pensieri con tranquillità mi reco in questo luogo incantevole e lascio vagare lo sguardo sul paesaggio che normalmente ci contiene inconsapevolmente.

Innanzi tutto mi soffermo sugli elementi legati all’acqua: il lago Maggiore e il fiume Maggia. I due sanno essere molto vivaci e minacciosi. Il primo ci ha già mostrato cosa significa innalzare il proprio livello in poche ore (180 cm in 78 ore) con le piene storiche del 1868 (6.94 m sopra lo zero idrometrico) e del 1993 e 2000 (4.62 m). Il secondo è conosciuto per il suo carattere torrentizio da record europeo (l’ultima delle sue famigerate “buzze” è stata quella del 1978): può passare da una portata media bassa di 27 m3/s, causata dallo sfruttamento idrico a monte con le centrali idroelettriche, a portate incredibili di diverse migliaia di metri cubi al secondo. Insieme però questi due elementi hanno creato una forma terrestre nota e straordinaria nel suo genere: il delta. Secondo un mio professore dell’Università sembra sia uno dei delta di queste dimensioni più belli che si conoscano. La pianura del delta, come quella dei Saleggi di Losone, sono il frutto dell’arginatura del fiume e della relativa bonifica. Fino agli anni ’70 occupate in prevalenza da attività agricole, ma poi prepotentemente invase dall’urbanizzazione sempre più spinta che sgomita fra il lago e le montagne.

Da quassù, la città di Locarno con lo sviluppo del suo agglomerato verso Ascona e Losone, appare silente, un tessuto urbano fitto quasi continuo: poche sono ancora le aree verdi in pianura. I boschi di svago delle colline e i boschi di protezione sulle montagne circostanti fanno da zona naturale ideale per questa realtà urbana ancora a misura d’uomo e meta turistica per eccellenza. Il territorio variegato che sta dinnanzi a noi ha sostenuto l’economia rurale dei nostri avi e oggi favorisce ancora uno sviluppo equilibrato fra il settore terziario, in particolare del turismo, e il benessere della popolazione indigena. Le linee di confine che “vediamo” da qui non devono essere fonte di tensione, ma punti d’unione e di forza: a sud est il Monte Ceneri; a sud ovest ai piedi del monte Gambarogno sappiamo il confine di Stato fra Svizzera e Italia; e qui di fronte la linea insubrica, per gli studiosi una “cucitura” sulla superficie terrestre creatasi in seguito allo scontro fra le placche tettoniche europea e africana.

La mia passione per la geografia si è dissetata anche stavolta in questo luogo particolare, come sempre ho perso la cognizione del tempo ed è ora che torni a casa.

Carlo Ambrosini, geografo

Collina di Barbescio

Collina di Barbescio